Pure oggi giornata splendida, con cielo limpidissimo, niente nubi, temperature basse ma sopportabili. E finalmente sono riuscita ad aprofittare del bel tempo per tornare a camminare un po' per monti, così da smaltire intanto un po' delle cene e pranzi natalizi. Obiettivo della camminata: il Rifugio Migliorero, in Valle Stura.
Partenza dalla frazione Besmorello (1451 m s.l.m.) e poi da lì lungo la rotabile che con alcuni tornanti risale nel Vallone dell'Ischiator. Camminata molto facile. Il percorso era innevato ma la neve era poca e ben battuta, e infatti le ciaspole son rimaste inutilizzate e attaccate allo zaino. Peccato solo che gran parte della strada fosse in ombra.
26 dicembre 2006
24 dicembre 2006
Santa Irma
Oggi è il mio onomastico.
Lo sanno in pochi e ancora meno sono quelli che mi fanno gli auguri.
O ben, non importa. In realtà l'onomastico è una ricorrenza poco sentita nella mia famiglia e raramente si festeggia.
Comunque, auguri a tutte quelle che si chiamano, come me, Irma e anche a tutte le Adele, visto che oggi è anche Sant'Adele.
15 dicembre 2006
VdS
Ieri sera, dopo tre mesi di corso, ho sostenuto e superato l'esame per diventare volontario di Croce Rossa! La prova di ieri abilita anche al servizio in 118.
Probabilmente inizierò il tirocinio già la prossima settimana.
Bello.
Non vedo l'ora. :o)
Probabilmente inizierò il tirocinio già la prossima settimana.
Bello.
Non vedo l'ora. :o)
14 dicembre 2006
Crostata
Da ieri ho di nuovo un forno. Era da circa due mesi che lo aspettavo... e finalmente ieri me l'hanno portato e montato. E' bellissimo! So già che diventeremo grandi amici.
Così questa mattina mi sono scatenata: ho potuto dar libero sfogo a tutte le mie voglie culinarie represse. Passando poi gran parte del tempo tra una cottura e l'altra a guardare le mie creazioni attraverso il vetro, come una scema :P
Ho preparato le streghe (ricetta delle sorelle Simili), il roast beef, le patate al forno, i batter puddings e una crostata.
La crostata "secondo Carlo", con una frolla un po' particolare, preparata con 300 grammi di farina, 150 grammi di burro, 100 grammi di zucchero, 2 tuorli, 1 cucchiaio di Marsala, la scorza grattata di un limone, 1 pizzico di sale e mezza bustina di lievito. Poi in forno a 180° per circa 45 minuti.
08 dicembre 2006
Regali
Natale si avvicina inesorabile. E io non ho ancora acquistato nessun regalo. La cosa strana è che non ho nemmeno ancora comprato niente per me. Da quando ho una mia limitata disponibilità economica, mi piace farmi dei piccoli regali per Natale, oltre ai canonici regali per i miei cari. Tutti rigorosamente impacchettati, ognuno con la sua etichetta "per Irma da Irma" e messi da parte per essere poi aperti il 25 dicembre.
Ma quest'anno non desidero nulla. Non ho bisogno di niente. Non c'è niente che mi manchi.
No, non è vero. Ho dei desideri. Ma o sono irrealizzabili o son cose che non possono essere messe in un pacchetto sotto l'albero (che non c'è).
Mi mancano cose e persone che nessuno mi può più dare, nemmeno Gesù Bambino in persona (avrebbe dovuto pensarci prima).
E ora piove. Ho voglia di neve.
03 dicembre 2006
A Roma!
Ieri giornata a Roma.
Partiti da Mondovì alle 5 del mattino, abbiamo poi posato i piedi sul suolo della capitale poco dopo le 13. Il pullman ci ha scaricato all'EUR e da lì abbiamo preso la metropolitana fino al punto di raccolta.
La metro è intasatissima. Non ho paura, ma spero fortemente che non capiti nulla perché non oso pensare che potrebbe succedere se la folla fosse presa da un attacco di panico. Ma il mio timore è infondato: siamo tutti persone normali, ordinate, civili. Siamo in tanti, sì, ma tutti pazienti e tranquilli. A un certo punto, non so come, riesco a salire su un treno, che non è pieno: di più, molto di più. Dopo un breve viaggio, che pare interminabile, scendiamo al Circo Massimo.
Una volta fuori, Roma mi sorprende. Anzi: mi colpisce come un pugno allo stomaco e rimango a bocca aperta di fronte ai ruderi che si trovano subito dietro al Circo Massimo. Ma questo primo assaggio è ancora niente!
Sapevo che Roma è una città che trasuda storia ad ogni angolo, non immaginavo però fino a questi punti! E' un museo a cielo aperto! Sfortunatamente non posso perdermi nel mio stupore di fronte alle opere d'arte, perché rischio di perdere il mio gruppo. Quindi ho solo il tempo di brevi occhiate e di scattare qualche foto, purtroppo...
C'è una marea di gente incredibile! Che continua ad arrivare a ondate sul grande spiazzo erboso. Gente comune, famiglie, persone anziane, bambini e giovani. Il clima è sereno, amichevole. Tanti accenti e dialetti diversi: veneti, toscani, emiliani, romagnoli, piemontesi, lombardi. Siamo tutti lì per lo stesso motivo, spinti dagli stessi ideali e dagli stessi desideri, e questo si percepisce ed è una bella sensazione. Non si perde occasione di scambiare qualche parola con chi ci passa accanto. Corredata dalla frase di rito: "voi da dove arrivate?".
Dobbiamo camminare fino a piazza S. Giovanni. Alla fine, il gruppo "Mondovì" lo perdiamo e rimaniamo in due, decisi a fare tutto il possibile per arrivare vicino al palco da dove parleranno Silvio e Gianfranco. Ma arriviamo che la piazza è già colma di persone e riuscire a farsi largo è impresa titanica. Riusciamo ad avanzare fino a un certo punto, ma poi procedere è impossibile. Ci accontentiamo (anche perché, a meno di spiccare il volo, non abbiamo alternative), anche se da dove siamo noi gli oratori li vediamo a malapena.
Alla fine dei discorsi ci rimettiamo in marcia. L'appuntamento è per le 20 al pullman e dobbiamo tornare alla metropolitana. Decidiamo di andare a prenderla alla fermata del Colosseo, così da risparmiarci un po' di strada, visto che i piedi iniziano ad accusare segni di stanchezza. Tanto siamo sicuri che il Colosseo "è lì, in fondo alla via"... ma con orrore ci rendiamo conto che in fondo alla via che abbiamo percorso il Colosseo NON c'è. Ma c'è un altro edificio [S. Maria Maggiore mi dirà poi questa mattina la Guida Rossa del TCI, n.d.a.]. Attimo di panico. Prendo le redini della situazione e vado a chiedere indicazioni in un bar. "Scusi, ma sa, siamo di Cuneo..." :D fortunatamente non siamo poi così fuori strada, e alla fine, non so come, riusciamo a trovare una fermata della nostra linea di metro, anche se non è la fermata che stavamo cercando noi ma quella dopo (Cavour). Viaggio stipati come in un carro bestiame come al mattino, ma ora è pure peggio perché la gente è tutto il giorno che cammina e l'aria - la poca aria che rimane - è irrespirabile. Minuti che paiono ore, perché tra "odore umano" e stanchezza che inizia a farsi sentire, la voglia di riposar le stanche membra sul pullman è sempre più forte. Arriviamo per primi. Gli altri sono rimasti imbottigliati nella massa. Da cosa ci dicono, col passare dei minuti la metropolitana s'è intasata ancora di più. Ci vorranno quasi due ore prima che tutti riescano a tornare al nostro mezzo. A saperlo prima, ci potevamo fermare a mangiare qualcosa di caldo in centro, invece di accontentarci del panino avanzato di pranzo. Aprofitto dell'attesa per prendere due appunti sulla giornata appena trascorsa sul mio fido Moleskine e per dormicchiare un pochino.
Viaggio di ritorno interminabile. Se all'andata, con la luce del giorno, mi ero potuta distrarre guardandomi mezza Italia scorrere fuori dal finestrino, ora è tutto buio e non si vede nulla. Sono stanchissima e cerco di dormire, ma bloccata come sono sul sedile, senza possibilità di distendermi un po' o di allungare le gambe, riuscire a riposare è quasi impossibile. Sosta in autogrill nel primo che troviamo raggiunta l'autostrada a Livorno. Alle 2 del mattino. Autogrill preso d'assalto già da altri pullman prima di noi. E infatti è pieno di gente. Le bariste sono stravolte (ci diranno poi che è dalle 23 che sono sotto assedio) e il cibo scarseggia.
Raggiungiamo la nostra amata cittadina poco dopo le 5. 24 ore dopo la nostra partenza. Sono a pezzi, la schiena che grida vendetta. Però sono contenta. E' stata la prima volta che ho preso parte a una manifestazione di questo tipo. Bella esperienza. Ne valeva la pena.
E ora, andiamo avanti!
Partiti da Mondovì alle 5 del mattino, abbiamo poi posato i piedi sul suolo della capitale poco dopo le 13. Il pullman ci ha scaricato all'EUR e da lì abbiamo preso la metropolitana fino al punto di raccolta.
La metro è intasatissima. Non ho paura, ma spero fortemente che non capiti nulla perché non oso pensare che potrebbe succedere se la folla fosse presa da un attacco di panico. Ma il mio timore è infondato: siamo tutti persone normali, ordinate, civili. Siamo in tanti, sì, ma tutti pazienti e tranquilli. A un certo punto, non so come, riesco a salire su un treno, che non è pieno: di più, molto di più. Dopo un breve viaggio, che pare interminabile, scendiamo al Circo Massimo.
Una volta fuori, Roma mi sorprende. Anzi: mi colpisce come un pugno allo stomaco e rimango a bocca aperta di fronte ai ruderi che si trovano subito dietro al Circo Massimo. Ma questo primo assaggio è ancora niente!
Sapevo che Roma è una città che trasuda storia ad ogni angolo, non immaginavo però fino a questi punti! E' un museo a cielo aperto! Sfortunatamente non posso perdermi nel mio stupore di fronte alle opere d'arte, perché rischio di perdere il mio gruppo. Quindi ho solo il tempo di brevi occhiate e di scattare qualche foto, purtroppo...
C'è una marea di gente incredibile! Che continua ad arrivare a ondate sul grande spiazzo erboso. Gente comune, famiglie, persone anziane, bambini e giovani. Il clima è sereno, amichevole. Tanti accenti e dialetti diversi: veneti, toscani, emiliani, romagnoli, piemontesi, lombardi. Siamo tutti lì per lo stesso motivo, spinti dagli stessi ideali e dagli stessi desideri, e questo si percepisce ed è una bella sensazione. Non si perde occasione di scambiare qualche parola con chi ci passa accanto. Corredata dalla frase di rito: "voi da dove arrivate?".
Dobbiamo camminare fino a piazza S. Giovanni. Alla fine, il gruppo "Mondovì" lo perdiamo e rimaniamo in due, decisi a fare tutto il possibile per arrivare vicino al palco da dove parleranno Silvio e Gianfranco. Ma arriviamo che la piazza è già colma di persone e riuscire a farsi largo è impresa titanica. Riusciamo ad avanzare fino a un certo punto, ma poi procedere è impossibile. Ci accontentiamo (anche perché, a meno di spiccare il volo, non abbiamo alternative), anche se da dove siamo noi gli oratori li vediamo a malapena.
Alla fine dei discorsi ci rimettiamo in marcia. L'appuntamento è per le 20 al pullman e dobbiamo tornare alla metropolitana. Decidiamo di andare a prenderla alla fermata del Colosseo, così da risparmiarci un po' di strada, visto che i piedi iniziano ad accusare segni di stanchezza. Tanto siamo sicuri che il Colosseo "è lì, in fondo alla via"... ma con orrore ci rendiamo conto che in fondo alla via che abbiamo percorso il Colosseo NON c'è. Ma c'è un altro edificio [S. Maria Maggiore mi dirà poi questa mattina la Guida Rossa del TCI, n.d.a.]. Attimo di panico. Prendo le redini della situazione e vado a chiedere indicazioni in un bar. "Scusi, ma sa, siamo di Cuneo..." :D fortunatamente non siamo poi così fuori strada, e alla fine, non so come, riusciamo a trovare una fermata della nostra linea di metro, anche se non è la fermata che stavamo cercando noi ma quella dopo (Cavour). Viaggio stipati come in un carro bestiame come al mattino, ma ora è pure peggio perché la gente è tutto il giorno che cammina e l'aria - la poca aria che rimane - è irrespirabile. Minuti che paiono ore, perché tra "odore umano" e stanchezza che inizia a farsi sentire, la voglia di riposar le stanche membra sul pullman è sempre più forte. Arriviamo per primi. Gli altri sono rimasti imbottigliati nella massa. Da cosa ci dicono, col passare dei minuti la metropolitana s'è intasata ancora di più. Ci vorranno quasi due ore prima che tutti riescano a tornare al nostro mezzo. A saperlo prima, ci potevamo fermare a mangiare qualcosa di caldo in centro, invece di accontentarci del panino avanzato di pranzo. Aprofitto dell'attesa per prendere due appunti sulla giornata appena trascorsa sul mio fido Moleskine e per dormicchiare un pochino.
Viaggio di ritorno interminabile. Se all'andata, con la luce del giorno, mi ero potuta distrarre guardandomi mezza Italia scorrere fuori dal finestrino, ora è tutto buio e non si vede nulla. Sono stanchissima e cerco di dormire, ma bloccata come sono sul sedile, senza possibilità di distendermi un po' o di allungare le gambe, riuscire a riposare è quasi impossibile. Sosta in autogrill nel primo che troviamo raggiunta l'autostrada a Livorno. Alle 2 del mattino. Autogrill preso d'assalto già da altri pullman prima di noi. E infatti è pieno di gente. Le bariste sono stravolte (ci diranno poi che è dalle 23 che sono sotto assedio) e il cibo scarseggia.
Raggiungiamo la nostra amata cittadina poco dopo le 5. 24 ore dopo la nostra partenza. Sono a pezzi, la schiena che grida vendetta. Però sono contenta. E' stata la prima volta che ho preso parte a una manifestazione di questo tipo. Bella esperienza. Ne valeva la pena.
E ora, andiamo avanti!
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