08 gennaio 2012

Cosa ho fatto l'ultimo giorno dell'anno?

Un bagno in mare! :D

Nel Mar Morto per l'esattezza.


8 giorni in Israele, un paese dove non ero ancora mai stata fino ad ora. Un viaggio bellissimo e piacevolissimo grazie soprattutto all'ottima compagnia (il sottogruppo "pecorelle smarrite" ;)). Un turbinio di colori, profumi, religioni, cibi particolari. Difficile riuscire a scrivere un resoconto dettagliato (quello c'è sul mio moleskine). Mi limito a riportare una serie di istantanee e emozioni.
L'attesa del volo diretto da Levaldigi. Il ritardo dell'aereo e il tempo che non passa. Poi finalmente tutti a bordo e si parte. Osservare dal finestrino l'Italia, dal Piemonte al Salento. La luna crescente in una posizione diversa da come la si vede da casa! L'arrivo a Nazareth in tarda serata, stanchi e affamati. Il cielo limpido e l'aria fresca. Più fresca di cosa mi aspettavo, ma si sta bene. Il giro per il suq con il gruppo subito battezzato "delle pecorelle smarrite". Il primo acquisto: due stampi di legno per fare i Ma'amoul. Trovare per caso El Babour, un negozio di spezie antichissimo e splendido. L'upupa bellissima ma che non riesco a fotografare, nella Valle del Giordano. L'hummus delizioso mangiato praticamente tutti i giorni. I rugelach della colazione in hotel. Il bagno nel Mar Morto. La doccia fredda di acqua dolce per togliersi il sale di dosso. Raccogliere cristalli di sale da portare a casa. La famiglia che la sera di shabbat festeggia secondo la loro tradizione. Spiegare ai compagni di viaggio con me a tavola che cos'è la sera di shabbat per gli ebrei. Rendermi conto di essere quasi più preparata su usi e costumi ebraici che su quelli cattolici [...]. Il gefilte fish! Gerusalemme. Splendida, indimenticabile. Città da mille volti diversi. La città vecchia. Labirintica. L'ultima sera dell'anno. Fino al Muro del pianto, a quell'ora senza turisti. Emozionante. Solenne. Il momento migliore di tutto il viaggio. Le foto purtroppo non rendono l'atmosfera di quel momento. Avvicinarmi al muro, ma per rispetto restare indietro, senza arrivare a toccarlo. Percepire lì, e solo lì in tutto il viaggio, un'atmosfera particolare, mistica. La Gerusalemme di oggi. Mamilla Mall. Moderna, pulita ordinata. Il mercato di Mahane Yehuda. Un tripudio di colori, di frutta, dolci. Meritava davvero visitarlo (come scritto sulla mia lonely planet). Yad Vashem. Non ci sono parole. Solo un groppo in gola e lacrime che pungono gli occhi per uscire. L'ultimo giorno. La corsa con Daniela per riuscire a trovare una panetteria ebraica, nel poco tempo che ci resta prima di partire. Il grande pane di segale nello zaino, da portare a casa. I controlli di sicurezza a Tel Aviv, prima del check in, distesi e cordiali. Di nuovo sull'aereo, verso casa.


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