23 dicembre 2011

Biscotti di Natale

Da qualche anno fare i biscotti in casa da regalare per Natale è diventata una tradizione. Inizio molte settimane prima del periodo delle feste a sfogliare i libri di cucina, a cercare nuove ricette sui food blog, a fare prove pratiche per trovare i biscotti più adatti a diventare regali.

Infatti non tutti i biscotti si prestano a questo scopo. Il "biscotto di Natale" ideale deve essere semplice da preparare, potersi conservare bene per più giorni (e magari in realtà migliorare con diversi giorni di riposo), non deve contenere creme o farciture che renderebbero difficile il confezionamento.

Mi piace questo "lavoro" che c'è dietro ogni singolo biscotto. Lavoro di preparazione e scelta prima e poi il lavoro vero e proprio della produzione. Dosare, impastare, stendere, cuocere, far raffreddare, impacchettare... e su ogni pacchetto un bigliettino con il nome del destinatario e il tipo di biscotto. Il valore puramente economico è trascurabile, ma sono convinta che preparare biscotti sia una bella dimostrazione di amore e affetto. Vero spirito natalizio, lontano anni luce dalla fregola consumistca che porta centinaia di persone ad affollare i centri commerciali spendendo malamente la loro tredicesima in cose inutili di cui in realtà non hanno bisogno.

Quest'anno, dopo lunghe riflessioni, ho scelto di preparare Paste di Meliga, Pepparkakor e infine i mitici biscotti cioccolatosi di Tulip, (ricetta dal blog di Luvi).

Le Paste di meliga sono un classico della cucina monregalese e piemontese, c'è anche il Presidio Slow Food! Sono buone in qualsiasi momento della giornata, dalla colazione al dopo cena, accompagnate da una tazza di té o da un buon passito, per non dimenticare lo zabaione. Le ho preparate in due versioni seguendo le ricette che mi sono state regalate da due amiche: Virginia e Monica (grazie ancora!! :)). Sono leggermente diverse nelle proporzioni degli ingredienti, ma il risultato finale è molto simile e i biscotti sono deliziosi in entrambi i casi.

I biscottini speziati stile Ikea invece sono un classico del Natale e non potevano mancare. La ricetta di Sigrid (Cavoletto di Bruxelles) è semplicissima e il risultato strepitoso. Appena sfornati i biscotti sono morbidi, ma raffreddandosi asciugano completamente e diventano belli croccanti! Mille volte più buoni della versione "originale" industriale (ovviamente). Cannella e zenzero sono le spezie che preferisco e, insieme al profumo delle bucce di agrumi messe sulla stufa accesa, fanno molto atmosfera natalizia. :)

Per gli amanti del cioccolato in tutte le sue declinazioni  (leggi: il mio vice-capo), ho scelto questi stra-collaudati biscottini al cioccolato. Il procedimento è facilissimo, forse il difficile è beccare il punto giusto di cottura: se si cuociono eccessivamente si perde parte della loro magia.

Intanto oggi ho gemellato il mio lievito madre Pellegrino con il lievito preso da Monica in occasione del Pasta Madre Day. Per Natale prime prove di panificazione con questa pasta madre arricchita.

Felice Natale a tutti!

28 novembre 2011

Biscotti con i corn flakes


Ho in dispensa una mezza scatola di corn flakes, rimasugli di non so più quale ricetta provata tempo fa. Non mi piacciono più di tanto mangiati nel latte a colazione (per me: muesli forever!) e quindi mi sono messa in cerca di una ricetta per poterli finire e farli sparire.
Ho pensato subito ai biscotti stile "rose del deserto" e cercando su Google ho trovato diverse ricette che mi ispiravano.

La scelta alla fine è stata la versione di "Tzaziki a colazione", con alcune varianti. Infatti oltre all'uvetta, suggerita nella ricetta originale, ho aggiunto una manciata di cranberries secchi e una generosa quantità di granella di noci e nocciole. Con le dosi indicate ho ottenuto 77 biscotti. Risultato ottimo. I biscotti sono ben lievitati e leggeri, non troppo dolci. Appena intiepiditi sono piuttosto morbidi, sono curiosa di vedere se domani/nei prossimi giorni diventeranno più friabili e asciutti.

BISCOTTINI AI CORN FLAKES DI PAOLA, dal blog "Tzaziki a colazione"
  • 500 g farina
  • 250 g zucchero
  • 3 uova
  • 200 g burro fuso
  • 2 cucchiaini pane angeli
  • Latte q.b.
  • Pinoli, uvetta a piacere
  • Estratto di vaniglia
  • Buccia di limone grattugiata
  • Corn flakes
Amalgamare tutti gli ingredienti tranne i corn flakes. L’impasto deve risultare abbastanza morbido.Con l’aiuto di 2 cucchiaini formare delle palline e passarle nei corn flakes leggermente sminuzzati. Adagiare su carta forno ed infornare a 200 gradi circa per 10-15 minuti
Non sono -ahimé- riuscita a finire tutti i corn flakes a disposizione... pertanto prossimamente conto di provare anche questa ricetta che mi sembra estremamente interessante!
BISCOTTI MAIS & CORNFLAKES dal blog "La formula del biscotto"
  • 120 g burro temperatura ambiente
  • 200 g zucchero
  • 1 uovo
  • 40 g latte
  • 130 g farina mais fioretto
  • 440 g farina 00
  • 100 g corn flakes 
  • 1 bustina lievito
Con la frusta elettrica sbattere il burro morbido con lo zucchero fino a ottenere una crema. Aggiungere l'uovo e quando è incorporato versare il latte continuando a sbattere. Aggiungere le farine, il lievito e i corn flakes sbriciolati grossolanamente e lavorare fino a ottenere un impasto liscio ma consistente. Stendere con un mattarello a circa 7 mm e ritagliare con uno stampo di circa 5 cm di diametro.Disporre i biscotti su una teglia rivestita da carta forno e cuocere a 180° per 12-15 minuti o fino a doratura. Lasciare raffreddare su una griglia.
Oppure c'è anche la ricetta per rifare in casa le Pannocchie del Mulino Bianco:
PANNOCCHIE
  • 500 g di farina 00
  • 30 g di farina di mais
  • 120 g di margarina (meglio evitare la margarina e usare tutto burro!!)
  • 30 g di burro
  • 200 g di zucchero
  • 30 g di corn flakes macinati
  • 1 uovo
  • 40 g di latte fresco
  • una bustina di lievito
  • un pizzico di sale
Lavorare la margarina con lo zucchero fino ad ottenere una crema ben montata. Aggiungere gli altri ingredienti lasciando per ultimi le farine e il lievito. Lavorare lentamente fino ad ottenere un impasto omogeneo. Stendere una sfoglia alta 3 mm e tagliare i biscotti con uno stampino. Cuocere in forno a 180°C per 10/12 minuti, su una teglia precedentemente imburrata.

22 novembre 2011

Plumcake integrale

A colazione fa piacere accompagnare il té del mattino con un dolcino, ma un dolcino che non sia troppo dolce e che non faccia venire sensi di colpa. Un'ottima fonte per ricette "senza peccato" ma anzi: che fanno bene, sono i già citati libri di Marco Bianchi.

Ieri sera ho rielaborato una ricetta dal suo libro "I magnifici 20" per adattarla a cosa avevo in frigo da smaltire. In origine si trattava di un plumcake integrale al limone, io l'ho fatto diventare un plumcake integrale al farro e frutta secca.

PLUMCAKE INTEGRALE al FARRO
  • 230 g farina di farro integrale
  • 1/2 bustina di lievito
  • 170 g di malto di grano
  • 50 g olio di mais
  • 170 g yogurt greco (un vasetto)
  • latte di soia q.b.
  • frutta secca a piacere
Mescolare la farina con il lievito e un pizzico di sale. Aggiungere il malto, lo yogurt, l'olio e latte di soia quanto basta per ottenere un impasto morbido. Aggiungere frutta secca a piacere (nel mio caso 3/4 albicocche secche e 3/4 fichi secchi, tagliati a pezzetti). Cuocere in forno già caldo a 180°C per 50 minuti.

Con questa ricetta partecipo alla raccolta:

Ricette di cucina

06 novembre 2011

Zucca in tutte le salse

Autunno stagione di zucche!

Adoro questo frutto, ideale sia in preparazioni salate che dolci, e nel nostro orto non mancano mai due o tre piantine. Quest'anno il raccolto è stato un po' misero: solo 3 zucche, seppur abbastanza grandi. Una è già stata utilizzata, mentre le altre due attendono al fresco il loro destino.

L'altro giorno ho ricevuto in dono una bellissima zucca della varietà "d'Albenga", gustosissima e con pochi semi, concentrati solo a un'estremità. Ho sfogliato i miei libri di cucina e ho curiosato tra i foodblog che seguo per trovare ispirazione e ricette nuove da provare.

Per prima cosa, ho fatto la "torta di zucca e cioccolato" pubblicata pochi giorni fa su "Il pasto nudo", un blog che è una garanzia :) Mi sono stampata la ricetta immediatamente dopo averla letta, perché ho capito subito che il risultato doveva essere strepitoso.
Si tratta di una torta, da me cotta in uno stampo da plumcake, piena di zucca grattugiata, arricchita con gocce di cioccolato, un po' di farina di mandorle e farina di farro integrale. Neanche una goccia di olio o burro, tuttavia il dolce rimane bello morbido e profumato. La ricetta completa la potete trovare qui sul blog di izn.

Con il resto della zucca, ho provato una vellutata speziata, ricetta dal libro "Un sano appetito" di Gordon Ramsay. In questa stagione, a casa mia, un piatto di calda minestra di verdura non manca mai a pranzo e/o a cena. Le possibilità sono infinite: verdure miste o creme mono-verdura. Con poca fatica, successo sempre assicurato, basta saper scegliere i prodotti di stagione.
ZUCCA SPEZIATA MAROCCHINA e FAGIOLI di SPAGNA
da: Gordon Ramsay, Un sano appetito, Guido Tommasi Editore, 2008
per 4 persone:
  • 750 g di zucca da cottura al netto degli scarti
  • 4 cucchiai di olio di oliva
  • 1 scalogno grande o 3 piccoli, pelato e tritato
  • 2 spicchi d'aglio, pelati è tritati
  • sale marino e pepe nero
  • 1 cucchiaino di paprika
  • 1 cucchiaino di zenzero in polvere
  • 1 cucchiaino di cumino in polvere
  • 1 cucchiaino di curcuma in polvere
  • 500-600 ml di brodo di pollo bollente
  • 2 lattine (400 g ciascuna) di fagioli di Spagna, sciacquati e scolati
  • un mazzo di prezzemolo, tritato
  • un mazzo di coriandolo, tritato
  • 4 cucchiai di yogurt bianco o naturale, per servire
Tagliate la polpa della zucca a cubetti di circa 5 cm di lato. Scaldate metà dell'olio in un tegame grande; unite zucca, scalogno, aglio, sale e pepe. Mescolate a fuoco alto per 10 minuti finché i cubetti di zucca sono leggermente caramellati e morbidi. Unite le spezie e mescolate energicamente per un'altro paio di minuti.
Bagnate con il brodo sino a coprire la zucca. Fate bollire adagio per 10 minuti. Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire. Riducete in crema con il frullatore a immersione.
Portate la crema di zucca nuovamente a ebollizione. Unite i fagioli e le erbe aromatiche tritate. Cuocete a fuoco medio per 2-3 minuti finché i fagioli sono ben caldi. Assaggiate e regolate di sale e di pepe.
Versate la zuppa nelle scodelle e guarnite ogni porzione con una cucchiaiata di yogurt. Servite con abbondante pane pita.
Nota: per una versione più leggera, usate una sola lattina di fagioli invece di due.
E' avanzato un pezzetto della zucca. E credo proprio che coglierò l'occasione per provare questa ricetta di zucca gratinata al forno pubblicata da Alex sul suo blog.

30 ottobre 2011

Scones & Marmellata

Fine settimana trascorso in cucina. Avevo in dispensa una cassetta di mele renette rugginose da smaltire. Ingrediente perfetto per provare una ricetta che da tempo era nella mia wish list: la marmellata di strudel pubblicata su Labna.it, un sito che è una miniera di informazioni e ricette della tradizione ebraica e non solo. Se non lo conoscete ancora, merita senz'altro una visita!

Intanto che le mele andavano cuocendosi a fuoco basso, ho deciso di provare per la prima volta a fare gli scones, tipici panini della tradizione inglese per la colazione. Un ibrido tra un biscotto e un pane, detta in parole povere. Vanno serviti tiepidi e generosamente spalmati di marmellata (e burro, se piace), insieme a una bella tazza di té. Sono stati una vera e propria rivelazione! Rapidissimi sa fare e veramente buoni!

Scones rustici alla cannella dal numero di ottobre 2011 di "Cucina Naturale"

per 8-10 scones:
  • 300 g farina di farro integrale
  • 2 cucchiai di zucchero a velo
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 1 pizzico di sale
  • 250 ml di latticello
  • 30 g di burro
  • 1 cucchiaio di cannella
  • 1 uovo per spennellare
Preriscaldare il forno a 220°C. Mescolare in una ciotola la farina, lo zucchero, il sale, il bicarbonato e la cannella. Aggiungere poi il latticello e il burro fuso, mescolando rapidamente con una spatola e poi con le mani, fino ad ottenere un impasto morbido.
Trasferirlo su un piano infarinato e spianarlo fino a circa 3 cm di spessore. Con un bicchiere, tagliare dei dischi di circa 5 cm di diametro. Porre gli scones su una teglia, spennellarli con l'uovo sbattuto e cuocerli nel forno per circa 10 minuti, fino a che non diventano soffici e dorati.

Scones all'uvetta da "Il libro del Cavolo" di Sigrid Verbert
  • 500 g farina 00
  • 300 ml di latte [200 ml latticello + 100 ml di latte]
  • 160 g uvetta
  • 110 g burro
  • 2 cucchiai di lievito per dolci
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1 uovo per spennellare

Mescolare la farina con il lievito, lo zucchero e il sale. Aggiungere il burro morbido a fiocchetti e, con la punta delle dita, sbriciolarli nella farina finché siano completamente assorbiti. Aggiungere l'uvetta, poi versare il latte al centro e mescolare. Lavorare rapidamente l'impasto con le mani fino a quando non sarà più colloso. Stendere l'impasto a 3 cm di spessore e, con un tagliapasta di 5 cm, ritagliare gli scones, disporli su una teglia da forno lasciando 1 o 2 mm di spazio fra ognuno, senza che si tocchino. Spennellare la superficie con l'uovo sbattuto. Infornare a 200°C per 15-20 minuti finché saranno leggermente dorati. Sfornare, staccare delicatamente gli scones e lasciarli intiepidire su una griglia. Servire tiepidi. Per una ventina di scones.

Altre ricette di scones:

18 ottobre 2011

Una Challah per Gilad

Oggi, dopo quasi 2000 giorni di prigionia, Gilad Shalit è stato liberato.

Avevo seguito la storia di questo soldato e i vari appelli e iniziative affinché si arrivasse al suo rilascio. Speravo con tutto il cuore che quel giovane dalla faccia pulita potesse presto tornare tra le braccia della sua famiglia, ma temevo che l'epilogo sarebbe stato tragico. E invece: ieri sera la notizia al TG che di lì a poche ore Gilad sarebbe stato di nuovo libero! Una splendida notizia finalmente, in mezzo alle solite -troppe- orribili notizie di cronaca e politica!

Per festeggiare questo lieto evento, ho deciso di preparare una ricetta della tradizione ebraica. Dopo aver sfogliato i miei libri sull'argomento, la scelta è caduta sulla Challah, il tradizionale pane del sabato. Non l'avevo mai fatto, ma era da tempo che desideravo provare questo morbido pane intrecciato.

La ricetta che ho seguito è sul libro "The Jewish Mama's Kitchen" di Denise Phillips.

CHALLAH

  • 1 cup acqua tiepida
  • 1 bustina di lievito di birra liofilizzato
  • 1 cucchiaino di sale
  • 4 e 1/4 cups di farina
  • 1 cucchiaio di miele
  • 2 uova
  • 1/4 cup di olio
  • 1 tuorlo d'uovo per spennellare

Mescolare tra di loro tutti gli ingredienti e impastare con cura fino ad avere un impasto liscio e setoso. Mettere in una ciotola e lasciar lievitare un paio d'ore. Riprendere l'impasto, dividerlo in 6 parti e formare con ogni pezzo un rotolino. Si può decidere di fare due challot più piccoli, ciascuno formato da tre rotolini, oppure uno grande. Mettere su una teglia e lasciar lievitare nuovamente per circa 30 minuti. Preriscaldare il forno a 200°C, spennellare il pane con il tuorlo e infornare per circa 35 minuti.

Bibliografia: Denise Phillips, The Jewish Mama's Kitchen, Spruce, 2009

Altre versioni della Challah:

16 ottobre 2011

Pane di semola di grano duro per il WBD 2011

Oggi è il 6° World Bread Day. E' la prima volta che riesco a partecipare, perché negli anni scorsi scoprivo questa giornata sempre in ritardo per poter postare...

Per l'occasione ho preparato e cotto un semplicissimo pane di semola di grano duro, una delle ricette che preferisco. Lievitazione lenta con lievito naturale in coltura liquida: il mio Pellegrino "modificato", che mi sta dando un sacco di soddisfazioni, anche in questo suo nuovo aspetto.

Il pane che si ottiene con questa ricetta è buono e profumato, molto simile al buon pane che fanno al sud Italia. Sui pani reperibili invece nelle panetterie qui in zona, stendiamo un pietoso velo... tranne rarissime eccezioni, i fornai producono pani di infima qualità a prezzi indecenti. E' anche per questo che ho iniziato a produrre in casa settimanalmente il pane per la mia famiglia. Con un minimo di organizzazione e un piacevole "lavoro" posso portare in tavola pane buono, sano (perché so bene che materie prime ho utilizzato), lievitato naturalmente e che quindi resterà buono e fragrante per più giorni. Per questi motivi, il pane fatto in casa, non finirà mai nella spazzatura!

La ricetta l'ho presa dal libro "La pasta madre" di Antonella Scialdone, adattata da me al mio lievito liquido.

PANE ALLA SEMOLA

  • 200 g di poolish da pasta madre liquida (secondo le istruzioni de "il pasto nudo")
  • 630 g di semola rimacinata di grano duro
  • 345 g di acqua
  • 15 g di sale

  • Stemperare accuratamente il lievito madre con l'acqua tiepida. Aggiungere la semola, il sale e mescolare. Passare sulla spianatoia e lavorare energicamente l'impasto per 10-15 minuti finché risulti liscio ed omogeneo. Formare una palla, coprire con pellicola trasparente e lasciar lievitare per 2 ore lontano da correnti d'aria, dopodiché sgonfiare l'impasto in modo da ottenere un rettangolo e procedere con la prima serie di pieghe, lasciar riposare per un'ora, quindi procedere con una seconda serie di pieghe, coprire con pellicola trasparente e lasciar riposare per un'altra ora.

  • Prendere l'impasto e dargli la forma di una pagnotta arrotondandolo con le mani, coprire e lasciar riposare per mezz'ora, procedere un'altra volta con l'arrotondamento e mettere la pagnotta a lievitare in un cestino tondo rivestito con un canovaccio infarinato con la chiusura rivolta verso l'alto. Coprire con pellicola trasparente e lasciar lievitare per 2-3 ore e comunque fino al raddoppio.

  • Trascorso il tempo di lievitazione, capovolgere la pagnotta su una teglia rivestita di carta da forno [io ho usato la pietra refrattaria, senza carta da forno, N.d.B.], praticare con una lametta quattro tagli al centro della pagnotta e infornare. Cuocere con il vapore in forno statico e preriscaldato a 250°C per i primi 10 minuti, poi abbassare a 200°C e continuare la cottura per altri 40 minuti. Spegnere e lasciare in forno per altri 10 minuti con lo sportello semiaperto. Sfornare e lasciar raffreddare su una griglia.
Pane di semola di grano duro

Bibliografia: Antonella Scialdone, La pasta madre, Edagricole

06 ottobre 2011

86-proof Chocolate Cake

In ufficio reclamavano a gran voce una delle mie torte. Qualcosa di buono da sbocconcellare la mattina insieme al caffé del distributore automatico oppure dopo la pausa mensa, così da riprendere il lavoro pomeridiano con una carica in più.

Quando voglio andare sul sicuro, cerco ispirazione sfogliando i libri di Maida Heatter. Le sue ricette sono una garanzia! E così ieri sera, alla fine ho scelto questa ricetta, dal suo libro "Book of Great Chocolate Desserts". La ricetta prevedeva l'utilizzo del Bourbon, non avendolo ho optato per il rum, variante suggerita in una nota da Maida. Ho omesso di spruzzare con altro liquore la torta ancora calda, perché mi pareva poco adatto a un dolce destinato principalmente alla colazione.

Nelle note introduttive alla ricetta, Maida definisce questa torta "moist and luscious", ed è proprio così: la pasta è umida, ricca senza però essere pesante o stucchevole.

86-PROOF CHOCOLATE CAKE
  • 5 oz di cioccolato fondente
  • 2 cups farina 00
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 1/4 cucchiaino di sale
  • 1/4 cup caffé liofilizzato in polvere
  • acqua bollente e acqua fredda
  • 1/2 cup di bourbon (oppure rum,Cognac, whiskey o un altro liquore a piacere)
  • 2 stick (8 oz) burro
  • 1 cucchiaino di estratto vaniglia
  • 2 cups zucchero
  • 3 uova
  • zucchero a velo

Preriscaldare il forno a 165°C. Imburrare uno stampo a ciambella da 10 cup di capacità, cospargere con pangrattato e mettere da parte.
Mettere il cioccolato a fondere a bagnomaria. Setacciare farina con il sale e il bicarbonato in una ciotola.
In un'altra ciotola sciogliere il caffé con un po' di acqua bollente, unire acqua fredda fino a raggiungere il volume di 1,5 cup. Infine unire il liquore fino a 2 cup.

Sbattere il burro a crema, unire zucchero e vaniglia e mescolare bene. Aggiungere le uova una alla volta. Unire il cioccolato fuso. Infine aggiungere la farina in 3 volte alternandola con il caffé e mescolare bene fino ad avere un composto omogeneo.
Versare nella teglia e cuocere per circa 1 ora e un quarto. Prova stecchino.

Una volta cotta, lasciare 15 minuti nello stampo e poi sformare su un piatto. A piacere spruzzare la torta con altro liquore.
Prima di servire, cospargere con zucchero a velo.

Spazzolata nel giro di poche ore tra entusiastici commenti e mugolii di piacere. ^____^

Grazie Maida! :)

P.S. Qui la stessa ricetta realizzata da Anna di Cookie Madness.

23 settembre 2011

Minestra di trippe alla monregalese

Le temperature sono drasticamente scese, soprattutto la sera e al mattino.

Autunno. Castagne, funghi, boschi che si accendono di giallo e rosso. Viene voglia di zuppe fumanti, di quelle che saziano e scaldano.

L'altro giorno al mercato ho preso dei bei porri di Cervere, in dispensa ci sono le patate del nostro orto, quindi perché non fare una bella minestra di trippe secondo la ricetta tradizionale della mia città?

ZUPPA di TRIPPE alla MONREGALESE

Ingredienti: trippa, porri, patate in uguali quantità (nel mio caso, circa 6 etti ciascuno), olio, sale, pepe.

Preparazione: sciacquare la trippa già pre-lessata dal macellaio. In una pentola far appassire i porri affettati sottili, unire la trippa e fare insaporire. Aggiungere le patate tagliate a pezzetti, coprire d'acqua e aggiustare di sale. Cuocere a fuoco lento per circa 3 ore. Macinare un po' di pepe prima di servire.

[mia variante: ho messo tutto a crudo, senza olio, in pentola a pressione e ho fatto cuocere per 40 minuti dal fischio]

17 settembre 2011

Adam's cumin noodles

Guardo poca televisione, giusto il telegiornale durante il pranzo o la cena, per sapere quello che succede nel mondo (anche se spesso forse sarebbe meglio non saperlo...). Per il resto, preferisco fare altro che stare con gli occhi su uno schermo, tanto più che la qualità media di quello che viene trasmesso di questi tempi è orribilmente e spaventosamente bassa... C'è però una serie televisiva degli anni '90 che ricordo con piacere: Northern Exposure (in Italia: "Un medico tra gli orsi"). E' stata una serie di grande successo in USA e ai tempi vinse numerosi riconoscimenti. Le storie narrate nelle varie puntate erano sempre piacevoli e accattivanti, i personaggi ben caratterizzati, battute brillanti, ironia, mai volgarità. Semplicemente una serie geniale.

Recentemente ho scoperto dell'esistenza del ricettario ispirato alla serie: "The Northern Exposure Cookbook" scritto da Ellis Weiner, pubblicato nel 1993 e non più facilmente reperibile in commercio. Frugando su ebay sono riuscita a scovare una copia usata ma in perfette condizioni e l'ho presa al volo! Ogni ricetta ha un'introduzione con aneddoti sui personaggi e le varie situazioni narrate nel corso delle 6 stagioni trasmesse in tv. Così, cucinando i piatti descritti, si ha quasi l'impressione di ritrovarsi a Cicely, nel cuore dell'Alaska! :))Oggi ho provato a fare la ricetta di Adam: i noodles al cumino, apportando alcune modifiche.

ADAM'S CUMIN NOODLES

  • 250g circa di tagliatelle cinesi
  • 2 cucchiai di olio vegetale
  • 250 g circa di petto di pollo, affettato finemente
  • 1 cucchiaio di salsa di soia1 cucchiaio di olio di sesamo
  • 2 cucchiaini di cumino macinato
  • 100 ml circa di brodo di pollo
  • 2 cipollotti affettati

  • Far cuocere le tagliatelle seguendo le indicazioni riportate sulla confezione, scolarli e passarli sotto l'acqua fredda. In una padella (o in un wok, ancora meglio), scaldare i due oli, saltare il pollo sempre mescolando, poi unire cipollotti e tutto il resto, tagliatelle comprese. Far insaporire bene e aggiustare di sale. Servire subito.
Buoni. E' la prima volta che assaggio e uso il cumino ed è una piacevole scoperta. Queste tagliatelle sono speziate senza essere però stucchevoli. Veramente una ricetta particolare e interessante. Beh, dopotutto Adam era famoso per essere un esperto di buona cucina! :)

06 settembre 2011

Giro del Marguareis

Finalmente qualche giorno di vacanza, anche se poco riposante in realtà: tre giorni su e giù per le montagne, nonostante le previsioni meteorologiche non proprio ottimali.

1° giorno: Pian Marchisa (1624 m s.l.m.) - Rifugio Don Barbera (2070 m s.l.m.)
Lasciamo le macchine all'inizio di Pian Marchisa e da lì ci mettiamo in cammino. Brevissima sosta al Rifugio Mondovì per far scorta d'acqua e poi via, verso il lago Biecai (completamente asciutto in questo periodo dell'anno). Proseguiamo la salita fino a raggiungere il lago Ratavuloira e infine il Colle del Pas (2340 m s.l.m.). Piccola pausa-spuntino con i mini sandwich preparati da me con il burro di noccioline Jif (arrivato direttamente dagli States, grazie Maria & George!) e marmellata di fragole dell'orto. I miei compagni di escursione non avevano mai assaggiato questo "classico" americano ed è piaciuto a tutti. Lo snack ideale per avere una bella carica di energia.
[PBJ sandwich: Pane a cassetta semi-integrale (fatto con la MdP), una fetta generosamente spalmata di burro di noccioline Jif extra crunchy e l'altra fetta con la marmellata.]
Ripartiamo rinfrancati dalla sosta e arriviamo al Rifugio Don Barbera dopo circa 4 ore complessive di cammino, giusti giusti per l'ora di cena.

2^ giorno: Rifugio Don Barbera (2070 m s.l.m.) - Punta Marguareis (2651 m s.l.m.) - Rifugio Garelli (1965 m s.l.m.)
Lasciamo di buon'ora il Rifugio e ci incamminiamo per la via diretta al Marguareis, la cima più alta delle Alpi Liguri. Il tempo è bello e c'è un bel sole. Riusciamo a conquistare la vetta in poco più di un'ora e mezza e ci godiamo lo splendido panorama mozzafiato. Non perdiamo troppo tempo perché all'orizzonte ci sono già delle nubi e preferiamo riprendere il nostro cammino visto che ci attende un lungo tratto senza sentiero, se sale la nebbia rischiamo di perderci.

Ancora una puntatina sulla Cima dell'Armusso e poi giù, in cerca della strada verso il Passo del Duca. Però, dopo aver superato il Castello delle Aquile, ecco salire la temuta nebbia, che ci costringe a allungare l'itinerario onde evitare di smarrirci... Decidiamo perciò di far tappa alla Capanna Morgantini, dove ci fermiamo per un veloce pranzo al sacco, e da lì prendere il sentiero ben segnalato per il Passo del Duca. Inizia a piovere sempre più forte, un vero e proprio temporale con tanto di tuoni inquietanti. Provvidenziale al Gias delle Ortiche la casetta di un margaro che ci ospita in attesa che la buriana passi oltre. Intanto si fanno due parole, e ci racconta che anche lui è già stato visitato più volte dai lupi, rimettendoci due vitelli.
Arrivati al Passo del Duca, scendiamo fino in fondo al Vallone del Marguareias per poi risalire al Rifugio Garelli, nostra meta. Totale: 10 ore di cammino...

3^ giorno: Rifugio Garelli 1965 m s.l.m.) - Rifugio Mondovì (1761 m s.l.m.)
La pioggia, fine fine ma incessante, ci costringe a prendere la via più breve di collegamento tra i due rifugi. Neanche due ore di cammino e siamo all'asciutto in un affollato rifugio Mondovì. Avevamo una mezza idea di passare dalla cima delle Saline, ma le condizioni meteorologiche ci hanno fatto preferire la strada più breve.
Un meritato pranzo a base di polenta con 4salse: con fonduta di formaggio, con salsa di porri, con spezzatino di capriolo e con sugo pomodoro & salsiccia. E per finire una bella fettona di crostata con lamponi profumatissimi. La cucina di Mariolino è sempre una garanzia! :)

28 agosto 2011

Crostata di farro

Questa ricetta è tratta dall'interessantissimo libro "Le ricette dei magnifici 20" di Marco Bianchi.
Marco è ricercatore di oncologia molecolare a Milano, presso la fondazione IFOM - Istituto FIRC (Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), ed è riuscito a coniugare le sue conoscenze scientifiche con la passione per la buona cucina. I risultati sono stati pubblicati su due libri, "I magnifici 20" e "Le ricette dei magnifici 20", ricchissimi di informazioni e di ricette non solo deliziose ma che ci permettono di farci del bene e di mantenerci in salute.
Sto provando tutte le sue ricette almeno una volta, e i risultati sono sempre ottimi, apprezzati anche dal mio babbo che è solitamente diffidente verso la cucina in versione "salutistica". In realtà mangiar sano non significa rinunciare al gusto e al piacere per il buon cibo, non si tratta di "bistecchine ai ferri e verdure scondite"! Anzi! Basta solo cambiare qualche cattiva abitudine, abbandonare certi tipi di alimenti (pochi) e scoprire tutto un mondo di alimenti che si prendono cura di noi, basta conoscerli e iniziare a usarli nella nostra cucina quotidiana!
CROSTATA di FARRO
  • 150 g di farina di farro [integrale]
  • 50 g di farina fioretto di mais
  • 50 g di farina di riso
  • 1 pizzico di sale
  • 80 g di zucchero integrale di canna
  • 50 g malto di riso [io avevo quello di mais]
  • 60 g olio di mais
  • 30 g farina di mandorle
  • 1 limone grattugiato
  • 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • succo di mela (pochi cucchiai)
  • marmellata a piacere
Lavorate tutti gli ingredienti e impastateli fino a formare una palla. Attenzione al succo di mela: mi raccomando, aggiungetelo poco alla volta perché se l'impasto risultasse troppo morbido dovrete rimediare aggiungendo altra farina. Riponete la palla in frigorifero per mezz'ora, al termine della quale potrete tirarla con il mattarello a 1 cm di spessore. Stendetela nella teglia foderata con carta da forno. Bucherellate con i rebbi di una forchetta e farcitela con marmellata (tanta se vi piace ricca, pochi cucchiai se ne desiderate solo un velo). Infornate e cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 30-45 minuti.
Questa crostata l'ho già fatta molte volte ed è veramente superlativa. Questa volta l'ho farcita con marmellata di susine (dell'orto) fatta in casa senza zucchero e addensata con agar-agar. Marmellata "esperimento" che finora mi aveva un po' deluso: è poco dolce -ovviamente-, sembra semplicemente frutta cotta solida, e sulle fette biscottate a colazione non è propriamente esaltante... invece sistemata sulla frolla di una crostata è ottima!
Bibliografia: Marco Bianchi, I magnifici 20, Ponte Alle Grazie, Milano, 2010
Marco Bianchi, Le ricette dei magnifici 20, Ponte Alle Grazie, Milano, 2011


Con questa ricetta partecipo al contest sul farro:

25 agosto 2011

Biscotti da famiglia

Era da qualche giorno che volevo provare questa ricetta del mitico Pellegrino Artusi, padre della cucina italiana moderna. Il suo libro, "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene", pubblicato per la prima volta nel 1891, è una pietra miliare della cultura gastronomica nazionale e ancora oggi è facilmente reperibile in libreria viste le innumerevoli ristampe e riedizioni.

572 - BISCOTTI DA FAMIGLIA

Sono biscotti di poca spesa, facili a farsi e non privi di qualche merito perché posson servire sia pel the sia per qualunque altro liquido, inzuppandosi a maraviglia.

Farina, grammi 250. Burro, grammi 50. Zucchero a velo, grammi 50. Ammoniaca in polvere, grammi 5. Una presa di sale. Odore di vainiglia con zucchero vanigliato. Latte tiepido, un decilitro circa.

Fate una buca nel monte della farina, poneteci gl'ingredienti suddetti meno il latte, del quale vi servirete per intridere questa pasta, che deve riuscir morbida e deve essere dimenata molto onde si affini; poi tiratene una sfoglia grossa uno scudo, spolverizzandola di farina, se occorre, e per ultimo passateci sopra il mattarello rigato, oppure servitevi della grattugia o di una forchetta per farle qualche ornamento. Dopo tagliate i biscotti nella forma che più vi piace, se non volete farne delle strisce lunghe poco più di un dito e larghe due centimetri come fo io. Collocateli senz'altro in una teglia di rame e cuoceteli al forno o al forno da campagna.
Confermo quello che scrive Pellegrino: sono biscotti facilissimi da preparare, con pochi ingredienti e veramente leggeri (merito dell'ammoniaca!).

20 agosto 2011

Panificare d'estate

Da qualche mese curo con amore un lievito madre, regalo graditissimo di una cara amica genovese. Il pezzetto di lievito, da me battezzato Pellegrino, da quel giorno vive nella mia cucina. Ha già molti figli in giro, pezzettini regalati a altre amiche e parenti, tutte finite come me nel tunnel della panificazione casalinga. Panificare con il lievito madre è entusiasmante, non è difficile ma ci vuole un po' di pazienza per i lunghi tempi di lievitazione. E fare il pane diventa quasi una necessità per smaltire il lievito in eccesso dopo ogni rinfresco.

La "fatica" viene comunque abbondantemente ripagata dalla soddisfazione di vedere nascere dalle proprie mani prodotti ottimi, pani sani e buoni che si conserveranno per giorni semplicemente avvolti in un asciugamano da cucina.

E così anche in questi ultimi due giorni, nonostante le temperature torride [ma quanto caldo fa??!!] ho acceso il forno... che poi, a essere sincera, i 30°C di temperatura ambientale diventano quasi gradevoli dopo aver trafficato con i 200°C necessari per la cottura delle mie creazioni.

Comunque, presa da delirio panificatorio ho sfornato una bella dose di crackers con lievito naturale (ricetta delle mitiche Sorelle Simili), un pane a cassetta con farina di grano saraceno, una bella pagnottona semi-integrale con semi misti e, già che c'era il forno acceso, anche dei biscotti con la farina di carrube per colazione.

18 agosto 2011

Jungle Drums

Jungle Drums di Emiliana Torrini

Hey, I'm in love,
My fingers keep on clicking to the beating of my heart.
Hey, I can't stop my feet,
Ebony and ivory and dancing in the street.
Hey, it's because of you,
The world is in a crazy, hazy hue.

My heart is beating like a jungle drum

Man, you got me burning,
I'm the moment between the striking and the fire.
Hey, read my lips,
Cause all they say is kiss, kiss, kiss.
No, it'll never stop,
My hands are in the air, yes I'm in love.

My heart is beating like a jungle drum

My heart is beating like a jungle drum

Questa canzone è la colonna sonora di un divertente spot turistico sull'Islanda, da vedere:


Inspired by Iceland Video from Inspired By Iceland on Vimeo.

17 agosto 2011

Banana Loaf

I "banana bread", le torte alla banana molto popolari oltreoceano, mi piacciono moltissimo. Non penso ci sia niente di meglio a colazione per iniziare la giornata o per lo spuntino durante un'escursione in montagna. Tra i libri nella mia biblioteca di cucina ne ho decine di versioni, e cercando sulla rete se ne possono trovare a centinaia: con farine bianche o integrali, arricchiti con frutta secca o altra frutta fresca, ipercalorici o dietetici.

Era da qualche giorno che mi curavo tre banane per far sì che diventassero belle mature, condizione indispensabile per poterle trasformare in una torta ben profumata. Questa sera ho deciso che era giunta la loro ora e ho scelto la ricetta del "Banana Loaf" di Stefano Arturi, pubblicata nel suo libro "Pausa pranzo", una vera miniera di ricette facili, veloci e deliziose!

BANANA LOAF

da: Stefano Arturi, Pausa pranzo, Guido Tommasi Editore

Ingredienti:

  • 200 g di farina lievitante
  • 50 g di farina di polenta [ho usato un fioretto integrale di mais]
  • 120 g di zucchero di canna
  • 150 g di burro
  • 1 cucchiaino di essenza naturale di vaniglia
  • il succo e la scorza grattugiata di un limone
  • sale
  • 2 uova
  • 400-500 g di banane [non le ho pesate, ne ho usate 3 medie]
  • una manciata di uvetta
  • 100 g di mandorle o noci o nocciole tostate [io ho messo le noci]

  • Scaldate il forno a 180°. Mettete nel robot le farine, lo zucchero, il burro, la vaniglia, il succo e la scorza del limone, un pizzico di sale e le uova. Azionate fino a ottenere un composto morbido e senza grumi. Aggiungete le banane e azionate fino a che il composto è omogeneo. Aggiungete l'uvetta rivenuta e la frutta secca. Azionate giusto per incorporare. Versate il composto in uno stampo da plumcake di 20-22 cm, imburrato e infarinato [io ho messo la carta forno e via] (o una tortiera di 18-20 cm). Cuocete per un'ora. Abbassate a 150° e cuocete per altri 20-30 minuti. Fate raffreddare nello stampo. E' nettamente migliore il giorno dopo. Si può anche surgelare.

Il profumo è divino. Domani la colazione sarà una festa! :)

29 luglio 2011

Had I not seen the Sun
I could have borne the shade
But light a newer wilderness
my wilderness has made.
(E. Dickinson)

07 gennaio 2011

"A pure life experience"

Spot promozionale prodotto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.